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Mattonelle Inciampare nella  Cultura

Le Vie dei Poeti a Levone 

 

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Un Ringraziamento speciale a tutta la giunta comunale , in particolare al sindaco Massimiliano Gagnor e alla vice sindaco Laura Maria Allice che si è spesa in prima persona per portare  a Levone il percorso poetico Le Vie dei Poeti Amilcare Solferini .

 

Il percorso è incentrato su opere legate al processo delle streghe avvenuto nel 1474

 

 

 

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Le Anime e il tempo   

 

Qui a Levone genti lontane
posarono passi pesanti
lasciando orme grevi di dolore.
E indelebili ricordi.
Che un velo inquieto
mosso dall'anima
copre e scopre.
Anime disperate.
Diventate memoria.
Poi il tempo un poco lenisce
ciò che l'animo umano ha ferito.
Rende giusto il pensiero
che corre da secoli
tra i monti e le valli.
Infine è al piano che sosta.
Si ferma.
E accarezza Levone.

 

 

Giovani Ponzetti 

 

 

 

 

 

Geolocalizzazzione Stele a Levone 

 

In attesa di collocazione 

 

 

La Luce Oscura  

 


Le acque dello stanco Malone,
non son più limpide come un tempo ,
una luce oscura le rapisce ,
un'onda buia offusca le menti .
Idee mai viste si fanno spazio
tra i sentimenti spaventati ,

di poveri senza luce nello sguardo .
Anime ormai perse rifiutano altre anime ,
fino a ieri usate come unica ancora di salvezza .

 

Actis Grosso Alessandro 

 

 

 Mattonella numero 149

 

 

 

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Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 149

 

In attesa di collocazione 

 

 

Accuse  

 


Nelle mani quiete
che maligne onde accendono
sui mari delle anime
negli indici puntati
da chi troppe sorde
parole semina
lì ardono al gelo le accuse
lì crolla in cenere l' umanità

 

Caterina Castellano

 

 

 Mattonella numero 151

 

 

 

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Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 151

 

In attesa di collocazione 

 

 

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Vergogna e Rimorso  

 


E io? E tu? E voi tutti con noi
che di Antonia e Francesca
fummo amici e parenti
nulla avete da dire
a loro discolpa?
E neppur per Bonaveria
cui sovente chiedeste
ausilio e speranza
di culla e di stalla?
Benedetta la Margarota
che lontano fuggì ,
ma per voi che sapete
rimorso e vergogna
resteran sempre qui.

 

 

Carlo Currado 

 

 

 Mattonella numero 155

 

 

 

Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 155

 

In attesa di collocazione 

 

 

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Umana Crudeltà 

 

 

Goccia dopo goccia il mio sangue scivolava giù,
diventando il simbolo di un tempo
crudele e selvaggio che,
rimasto ancora impunito,
mi conduceva inesorabilmente
all’altare della morte
in un turbinio di sofferenza e disperazione
dove la speranza,
fragile ed indifesa,
si affievoliva
accompagnata da un ultimo,
tormentato chiarore
di lontani e lieti ricordi.
La mia mente impazziva
ripensando all’odore acre
delle fiamme e delle ceneri che.
elevatesi nell’aere d’autunno,
testimoniavano le atroci barbarie
perpetrate verso le mie compagne,
condannate ad essere bruciate sul rogo
per una colpa di cui
mai
si erano macchiate.
Una lacrima scese lungo il mio viso:
non era una semplice lacrima di dolore,
ma l’ultima mia via d’uscita
da questo inaspettato inferno.
La testa mi girava e i pensieri,
insieme alla paura,
si impossessavano del mio corpo:
perché tale violenza? Tale odio?
Quale peccato avevamo commesso
al fine di giustificare tanto orrore?
Chiusa in me stessa,
ripercorrevo con l’immaginazione
i momenti più belli della mia vita,
mentre con lo sguardo rivolto al cielo
imploravo l’aiuto del Signore
cullata dalla fredda carezza del vento d’ottobre.

Anche l’ultima prima di me
dovette soccombere al volere dell’inquisitore:
ne sentì il grido straziante che,
soffocato dal calore del fuoco,
si dileguò nell’aria come se fosse fumo.

In quell’istante compresi
che il momento era ormai giunto:
i miei passi si alternavano all’oscurità
che presto mi avrebbe avvolto
ed inghiottito per sempre.
Dopo aver assistito impotente al ghigno malefico
dipinto sul volto dei miei carnefici,
ebbi giusto il tempo per terminare
le mie preghiere.
Tutto improvvisamente tacque.
Non sentii più nulla,
tranne lo scoppiettio delle fascine di legna
poste sotto i miei piedi.
Nell’attimo in cui il fuoco
iniziò ad impossessarsi delle mie vesti,
utilizzai le forze che mi rimanevano
per aprire un’ultima volta gli occhi,
accecati dalla luce del tramonto:
quegli occhi che avevano visto l’impossibile e,
immersi in una realtà incolore,
erano stati testimoni di una società corrotta
e priva di qualsiasi limite
in cui il significato autentico della vita
era stato nei secoli dimenticato.
Eppure l’uomo cerca sempre il bene.
Spera. Crede. Ha fede.
Perseguendo una finta perfezione,
confida nel suo intelletto
anche quando l’irrazionalità e la follia
sembrano prendere il sopravvento.
Nel fluire del tempo
accadono sovente degli eventi
che lasciano nella storia delle cicatrici
indelebili,
difficili da rimarginare:
ogni epoca ha il suo peccato,
come un dazio che ci tocca pagare
di continuo
ad un destino troppo ambiguo.

 

Matteo Angelo Lauria

 

 Mattonella numero 154

 

 

 

Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 154

 

In attesa di collocazione 

 

 

inquisitore   

 

 


Inquisitor, sguardo maligno, occhio arcigno.
Atteggiamento sospettoso, animo tenebroso.
Naso aquilino, cervello fino.
Esperto di legge, non fa vuote minacce.
Inquisitor, parole di fuoco,
sempre dosate, benché usate poco.
Inquisitor, di Dio e della legge ministro,
in questo mondo, visto da mostro.

 

 

Marco Actis Piazza

 

 

 Mattonella numero 150

 

 

 

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Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 150

 

In attesa di collocazione 

 

 

Le streghe di Levone  

 

 

 
La gente del borgo pavida e indifesa
aveva del venerabile udito la condanna
Il sacro uomo, per averne l’anima in purezza
chiese se il popolo stesso volesse tale punizione
“Rogo sia” ebbe così “Giustizia” con scaltrezza
Le povere donne: Antonia e Francesca
avevano udito mute le tremende accuse
loro, che coglievano erbe per farne sì misture
col solo scopo di curare i mali della gente
non certo col demonio operar tali fatture

No! Era menzogna! Ma nessun del volgo le difese
eran sì maldicenze, invidie e rancori di paese
in quel tempo, tra carestie, miserie e stenti
fu facile provare tali accuse e pensar le donne
dal maligno indotte a sì turpi intenti
Si convinse, per ignoranza, paura e terrore
d’accettar per giusta la “Romana legge”
e la gente rassegnata a tale verdetto.
se fattucchiera sei e come tale riconosciuta
per legge divina non muori nel tuo letto
Non ci fu appello per Antonia e Francesca
per la chiesa era giusta punizione
normale fine in quei tempi oscuri
ove la luce ancor non rischiarava le menti
ove per il misero erano solo tempi duri
Così si vendeva, della quale non si aveva possesso
ora al demonio, ora all’onnipotente Dio
l’anima, e il corpo come accadde a Levone
dove, nelle cronache di quel lontano tempo
tanto si è scritto a torto e nulla a ragione
La triste fine di Antonia e Francesca
fu compiuta con tortura e morte
vinse il potere, il Credo , il sacro zelo
e il volgo se pur umiliato e offeso
continuò orante a volger gli occhi al cielo.

 

Matteo Gallenca

 

 

 Mattonella numero 156

 

 

 

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Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 156

 

In attesa di collocazione 

 

 

Il demone   

 

 



Eccomi! Sono io...
Io ho incontrato le vostre anime!
Cercavano disperata salvezza.
In ogni modo!
Cercavano rifugio ovunque.
Le vidi uscire dagli occhi.
Le accolsi nella mia ascia.
E voi rimaneste vuoti!
E io vinsi...

 

Giovanni Ponzetti 

 

 

 Mattonella numero 157

 

 

 

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Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 157

 

In attesa di collocazione 

 

 

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Francesca e Gabriele   

 

 


Eri Gabriele
ed io avevo sete
della tua veste scura,
di giorno e di notte,
dando adito alle fantasie nascoste.
E quando giunsi dinanzi la sua porta,
tu eri sempre con me.
Ed il nostro amore
Finì con il danzare dentro al fuoco.

 

 

Carmine Antonio Carvelli 

 

 

 Mattonella numero 152

 

 

 

Geolocalizzazione  Mattonella

Levone  n° 152

 

In attesa di collocazione 

 

 

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Margarota Braya   

 

 


Volando tra aromi speziati,
porgevi aiuto a malcapitati.
Tutto ciò ti sembrava cosa buona.
Eppur, irti spuntoni ti trafissero
e la vita iniziò a tremare.
L’ignoranza ti avvolse
con occhi di ghiaccio.
La cattiveria si realizzò
coprendoti di cenere.
Un boia cavalcò i tuoi sonni
e la morte si presentò.
Non potevi perdere te stessa
e ammettere un nulla, mai e poi mai.
All’improvviso, cambiasti le carte
e, complice una nuvola, evaporasti.
Il tuo libero arbitrio si affermò
e bugie non ne raccontasti.

 

 

Laura Roldi 

 

 

 Mattonella numero 153

 

 

 

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Levone  n° 153

 

In attesa di collocazione 

 

 

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